Suicidio in Adolescenza


Da uno studio condotto in Inghilterra risulta che circa il 95% degli adolescenti suicidi tra i 13 e i 19 anni presenta un disturbo mentale, soprattutto depressione, alcoolismo e disturbi dell’adattamento.

In Italia il suicidio rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per i giovani sotto i 21 anni; i suicidi adolescenziali costituiscono il 10% dei 4000 suicidi che avvengono ogni anno.

Nell’85% dei casi il mezzo utilizzato per attuare il suicidio, il tentativo di suicidio o anche l’incidente per overdose, è l’assunzione di sostanze come medicine, droghe o prodotti per la casa. Più raramente in adolescenza si ricorre alla defenestrazione, al taglio delle vene, all’impiccagione e al farsi investire da un mezzo di trasporto.

In tutti i casi è necessario considerare il grado di impulsività e di premeditazione dell’atto suicidario: da uno studio risulta che gli adolescenti suicidi meno impulsivi vivono un numero maggiore di sentimenti depressivi e di rabbia rispetto a quelli più impulsivi.

Inoltre nella popolazione dei suicidi la percentuale di disturbi psichici, fisici e di mortalità è più alta.


FATTORI FACILITANTI (familiari e individuali)


 Per quanto riguarda i fattori familiari facilitanti è stata osservata un’alta frequenza di separazioni, l'assenza di una figura paterna, disturbi psichiatrici di almeno uno dei due genitori e la presenza di incesti o comunque di un clima incestuoso.

Tra i fattori individuali si riscontrano spesso comportamenti aggressivi e delinquenziali come il furto, l’abuso di droghe ma anche problemi di salute, pensieri depressivi, di autosvalutazione e di suicidio. E’ frequente anche l’insuccesso scolastico e un livello si scolarizzazione basso.

Secondo alcuni autori gli adolescenti suicidi differiscono dagli adolescenti depressi e da quelli comuni per una maggiore quantità di eventi della vita negativi come i conflitti familiari sin dall’infanzia, rotture affettive e abusi sessuali.

Disturbi Associati

A partire dagli anni ’80 gli studi hanno evidenziato, contrariamente a quelli precedenti, un’altissima frequenza di depressione grave, nella percentuale di circa l’80%, di abuso di droghe o psicofarmaci e di insuccesso scolastico.

Frequenti episodi di suicidio o di tentativi si riscontrano anche tra gli adolescenti psicotici, tra gli schizofrenici anche al di fuori della fase acuta e tra gli psicopatici e i tossicomani.


SIGNIFICATO PSICOLOGICO


Per quanto riguarda il significato psicopatologico del tentativo di suicidio, secondo alcuni autori si può parlare di un significato psicologico generale del suicidio che varia in funzione dell’età dell’individuo. Ne sono un esempio la fuga da situazioni difficili come insuccessi e rotture, il mettere alla prova se stessi, il ricatto o la richiesta, il castigo auto inflitto per una colpa reale o immaginaria e la vendetta; i significati più frequenti in adolescenza sembrano essere i primi tre.

 

SUICIDIO COME PASSAGGIO ALL’ATTO

Secondo altri autori è bene considerare il significato psicopatologico del passaggio all’atto suicida, per cui il suicidio, al pari di altri passaggi all’atto, esprime l’incapacità di sottoporre le pulsioni aggressive ad una elaborazione secondaria trovando come unico sfogo il passaggio all’atto.

CONDOTTA SUICIDARIA: SIGNIFICATO PSICOPATOLOGICO

Alcuni autori considerano il tentativo di suicidio come strettamente legato ad alcuni fattori facilitanti che si riscontrano tipicamente in adolescenza, come la frequente presenza di idee di morte e suicidio in quasi tutti gli adolescenti, anche se ciò non implica poi il passaggio all’atto; o anche la presenza di episodi depressivi o di una malattia depressiva.

Un altro fattore facilitante è legato alle trasformazioni del corpo che può anche essere vissuto come un oggetto estraneo sul quale sfogare la propria aggressività distruttiva.

AMBIENTE FAMILIARE

Per quanto riguarda la famiglia, spesso l’adolescente suicida si trova in un ambiente familiare disturbato in cui la relazione con i genitori è spesso caratterizzata dal meccanismo dell’identificazione proiettiva piuttosto che dall’empatia ed in cui l’adolescente è vittima di pressanti proiezioni genitoriali.


Prognosi


Da alcuni studi risulta che il 40% circa degli individui che tentano il suicidio una prima volta presentano delle recidive.

I più importanti fattori di rischio di suicidio e quindi anche di recidive che sono stati individuati sono:

  • la presenza di uno stato depressivo
  • il soggiungere improvviso di un attacco di ansia che può precedere di ore il passaggio all’atto
  • l’aumento delle rotture affettive con i familiari, con il partner o con gli amici.

E’ importante che lo psicologo distingua la minaccia di passaggio all’atto dal rischio vero e proprio; nel primo caso è bene che lo psicologo parli apertamente con l’adolescente di tale minaccia, senza assumere atteggiamenti troppo allarmistici né tanto meno di indifferenza.

Invece il rischio di passaggio all’atto deve spingere lo psicologo a prendere misure concrete per proteggere l’adolescente, come l’ospedalizzazione, l’aumento del numero delle sedute e un adeguato e attento coinvolgimento delle persone che gli sono più vicine.


Trattamenti


Di fronte al tentativo di suicidio si risponde solitamente con due tipi di trattamento: quelli immediati e quelli a medio e lungo termine.

I trattamenti immediati vengono attuati per limitare al massimo i danni fisici e psichici che derivano dal gesto suicida; se ne distinguono di tre tipi: l’ospedalizzazione, il colloquio d’urgenza e il colloquio familiare.

L’ospedalizzazione dura in media 5 giorni: in ogni caso è importante che l’adolescente inizi al più presto un colloquio che possa prepararlo/a ad un’eventuale trattamento psicologico che coinvolga adeguatamente anche la famiglia.

Ciò è quanto avviene nel colloquio d’urgenza che viene attuato nel corso dell’ospedalizzazione anche in condizioni non favorevoli e che è necessario anche per capire se l’atto suicidario è da considerarsi come il sintomo di una patologia mentale grave che richiederebbe un'ospedalizzazione più lunga.