Depressione: le fasi della cura psicofarmacologica
La Depressione è un disturbo invalidante che priva l'individuo delle energie e delle risorse necessarie ad affrontare la vita di tutti i giorni, rendendolo passivo e privo di interessi.
Può interessare un periodo limitato nella vita di ciascuno, magari in reazione ad eventi stressanti come lutti o separazioni, fasi di transizione lavorative o abitative, malattie disabilitanti transitorie e fasi di passaggio esistenziali (come spesso si verifica nel raggiungimento di diverse soglie di età).
In altri casi può essere una patologia vera e propria, come il Disturbo Depressivo Maggiore o il Disturbo Bipolare.
In ogni caso è importante sapere che la depressione si può curare con l'aiuto di un professionista, o più professionisti, sfruttando al meglio le proprie risorse psicologiche (che tutti abbiamo), l'aiuto dei familiari, degli amici amici e tutte le risorse ambientali disponibili, attraverso la definizione, passo dopo passo, di strategie idonee con l'aiuto dello psicologo, sfruttando, laddove sia indispensabile (ad es. rischio di suicidio) e comunque nei casi più gravi, anche l'uso temporaneo di psicofarmaci.
L'approccio attualmente più utilizzato per il trattamento delle varie forme di depressione è l'integrazione tra intervento psicologico e quello farmacologico: l'obiettivo principale è quello di aiutare l'individuo ad uscire dallo stato depressivo senza renderlo dipendente dai farmaci. Studi recenti hanno inoltre dimostrato l'efficacia dal biofeedback nel trattamento della depressione è pari a quello dei farmaci antidepressivi più usati, senza effetti collaterali.
Per quanto riguarda l'uso dei farmaci antidepressivi che, è bene sottolinearlo, è buona regola che siano prescritti da uno/a psichiatra (e non da medici generici o specializzati in altri campi) solo in caso di reale necessità (nei casi più gravi), si possono distinguere 3 FASI della terapia:
1 - Fase acuta - In questa prima fase l'obiettivo fondamentale è diminuire l'intensità dei sintomi e la durata della malattia.
I nuovi farmaci ANTIDEPRESSIVI si classificano in base alla loro attività sulle amine biogene, cioè la capacità di intervenire in modo selettivo sulla neurotrasmissione:
- delle vie serotoninergiche (SSRI, inibitori selettivi del re-uptake della serotonina);
- delle vie noradrenergiche (SNRI, inibitori selettivi del re-uptake della noradrenalina);
- di entrambe (SSNI).
In passato invece si usavano farmaci che agivano su entrambe le funzioni: tra questi si utilizzano ancora in clinica i triciclici (detti così per la loro conformazione a tre anelli). Questi farmaci sono efficaci ma hanno forti effetti collaterali.
La molecola inizia a produrre un effetto clinico solo dopo un certo periodo (detto di latenza), di solito da tre a sei settimane. Inoltre inizialmente il miglioramento si manifesta solo durante le ore pomeridiane-serali; successivamente il paziente alternerà giornate in cui sta meglio a giornate di malessere. In questa fase è possibile che il paziente porti a compimento l'idea di suicidarsi.
Non esistono invece trattamenti specifici per la fase maniacale acuta del disturbo bipolare: se i sintomi non sono molto intensi si usano sedativi minori (BENZODIAZEPINE) e stabilizzanti dell’umore (ANTIEPILETTICI). Se i sintomi sono più gravi si usano tranquillanti maggiori (NEUROLETTICI); tutti questi farmaci possono avere gravi effetti collaterali. Gli antipsicotici atipici hanno meno effetti collaterali.
2 - Fase di continuazione - In questa fase è importante che il trattamento prosegua anche dopo la diminuzione o scomparsa dei sintomi, per evitare ricadute. Per la depressione ricorrente il trattamento deve durare per un periodo da tre a sei mesi; per il disturbo bipolare da 6 a 12 settimane.
3 - Fase preventiva - questa ultima fase serve a bloccare la periodicità tipica dei disturbi depressivi.
Per la depressione maggiore si usano gli antidepressivi, per il disturbo bipolare i sali di litio.
Questa fase deve durare per un lungo periodo in cui non si manifestino sintomi della depressione (5 anni).
Nei casi più gravi i trattamenti possono proseguire per tutta la vita, in quanto il rischio di ricaduta è molto alto. Più è tempestivo l’uso preventivo dei farmaci più alta è la probabilità di successo.
In ogni caso questo tipo di terapia va valutato e adattato al singolo individuo dal professionista competente, tenendo sempre presente che l'uso prolungato e continuativo di questi farmaci, anche a causa degli effetti collaterali, deve essere limitato ai casi per i quali il trattamento psicologico o psicofisiologico (neurofeedback) risultino impraticabile.
Trattamento Psicologico della depressione
E' molto importante che la terapia farmacologica sia accompagnata dal trattamento psicologico, in quanto diversi studi hanno dimostrato che si tratta dell'intervento più efficace, in grado di evitare ricadute.