Predisposizione genetica alla depressione


Per quanto riguarda la depressione i fattori genetici sono di grande importanza sia nelle alterazioni dell’affettività unipolari che in quelle bipolari.

Alcuni studi familiari mettono in evidenza che la sindrome depressiva unipolare e quella bipolare sono due malattie distinte. Infatti, secondo questi studi, è emerso che il 20% dei parenti di primo grado (genitori, figli, fratelli, sorelle) di pazienti bipolari è affetto da disturbo bipolare, mentre solo l’1% di essi è colpito dalla forma unipolare. Invece, nel caso di pazienti unipolari, l’incidenza della depressione unipolare sale al 10% e quella della depressione bipolare scende a meno dello 0.5%.

Nei gemelli monozigoti, se uno dei due è affetto da depressione bipolare, l’altro avrà la probabilità di ammalarsi del 60%, mentre  nei gemelli fraterni il valore di concordanza è del 10-20%. Nella depressione unipolare il valore di concordanza nei gemelli monozigoti scende al 40%, mentre nei gemelli dizigoti è del 5-10%.

Questi valori inoltre sono gli stessi sia nei gemelli allevati da genitori biologici che da genitori adottivi.

E’ chiaro che la presenza dell’anomalia genetica conferisce semplicemente una vulnerabilità al soggetto che ne è portatore. Inoltre, poiché la concordanza nei gemelli monozigoti non è del 100%, devono esistere molti fattori non genetici, ossia ambientali, che influenzano l’espressione delle sindromi affettive.

Ad esempio si è osservato che dal 1940 ad oggi l’età di esordio di queste malattie si è ridotta da 35 a 28 anni e che l’incidenza dei casi di depressione nelle famiglie dei pazienti è notevolmente aumentata. Probabilmente le persone predisposte geneticamente ad ammalarsi di depressione sono oggi esposte ad un ambiente più stressante.

Infine la predisposizione genetica per le sindromi depressive e maniaco-depressive è determinata, con molta probabilità, dall’attività simultanea di più geni piuttosto che dall’espressione di uno solo.

Ne consegue che anche se si è geneticamente predisposti a sviluppare depressione, quest'ultima si potrà sviluppare solo in ambienti (famiglia, affetti, situazioni negative di vario genere) in grado di innescarla e mantenerla; la componente ambientale dunque svolge un ruolo determinante, importante tanto quanto la predisposizione genetica. Ed è proprio "grazie" all'importanza della componente ambientale che è sempre possibile intervenire efficacemente sulla depressione con un intervento psicologico e psicofisiologico (biofeedback), relegando l'uso degli psicofarmaci solo ai casi più gravi e intrattabili con gli strumenti psicologici e psicofisiologici, e sempre per periodi brevi (tranne che in rari casi).