Depressione in adolescenza - Introduzione
Secondo Freud il lutto si manifesta con gli stessi sintomi della depressione ma si differenzia da quest’ultima per il fatto che in esso non vi è calo di autostima. La depressione inoltre può essere in relazione alla regressione narcisistica, in cui si ha un’identificazione con l’oggetto perduto interiorizzato, e con l’ambivalenza nei suoi confronti che produce senso di colpa.
Secondo Freud la depressione è in relazione con alcuni elementi: la perdita dell’oggetto, il desiderio di incorporare l’oggetto, la tendenza narcisistica, la svalutazione di sé, l’autoaggressività e l’ambivalenza; a volte la parte di sé svalutata è costituita dall’oggetto perduto interiorizzato.
Secondo la Klein, l’insorgenza o meno di una depressione nell’adulto dipende dal modo in cui il bambino ha attraversato la posizione depressiva.
Secondo la Mahler, la depressione è legata alle modalità in cui si svolge il processo di separazione-individuazione.
Bowlby attribuisce la genesi della depressione esclusivamente a due fattori: la perdita dell’oggetto e la perdita dell’autostima. L’aggressività per lui non ha alcun ruolo nella depressione.
Secondo Engel sia l’angoscia che la depressione sono risposte a meccanismi innati presenti nell’uomo e attivati da situazioni di pericolo.
Secondo Sandler e Joffé la depressione è causata dalla debolezza di un Io che si riconosce impotente di fronte alle proprie aspirazioni.
EZIOLOGIE della DEPRESSIONE
In generale la condotta depressiva sembra generare da tre fattori principali:
- la perdita dell’oggetto
- il ripiegamento narcisistico
- fattori legati all’ambivalenza e all’aggressività
- la presenza dell’affetto depressivo di base che si manifesta nell’inibizione e nel rallentamento.
La presenza di questi fattori nel corso del processo di sviluppo normale dell’adolescente rappresenta un argomento a favore dell’ipotesi in base alla quale non vi è adolescenza senza depressione.
L’adolescenza infatti è un periodo che presenta caratteri molto simili alla depressione e al lutto; tuttavia essi non sono assimilabili ne all’una ne all’altra categoria.
Mentre infatti l’adolescente intraprende un lavoro finalizzato a uscire dalla situazione dolorosa, il depresso non presenta tali potenzialità dinamiche.
Per alcuni autori è più corretto parlare di una oscillazione tra lutto e depressione. Il giovane da una parte è soggetto alla pressione delle perdite tipiche di questa fase che lo costringono ad elaborare i relativi lutti, come la rinuncia dell’oggetto libidico infantile, dall’altra al rischio di cadere in una depressione vera e propria. In altre parole l’adolescente oscilla tra una condizione depressiva ma non patologica funzionale allo sviluppo, e il pericolo di cadere in una depressione patologica che ostacola lo sviluppo.
Ambivalenza e Aggressività
L’aggressività adolescenziale può generare dalla rabbia narcisistica legata ad un calo di autostima in seguito alla percezione delle discrepanze tra ciò che l’adolescente è, o crede di essere, e ciò che vorrebbe essere.
Nel caso dell’autoaggressività essa può essere diretta verso il proprio corpo dando origine a disturbi psicosomatici. In altri casi l'aggressività può essere diretta verso l’oggetto-Sé, definito da Kohut come la rappresentazione interna dell’oggetto investito di libido narcisistica, dando origine ad una depressione autodistruttiva.
Inoltre l’accesso al mondo degli adulti comporta implicitamente un atto aggressivo, visto che implica il prendere il posto sino ad allora occupato dai genitori, posto che generalmente non viene ceduto con tanta facilità.